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Perché le emozioni sembrano automatiche e incontrollabili? Il pensiero razionale è davvero in grado di controllarle? In che modo influenzano le malattie? È possibile rendere i propri figli più intelligenti dal punto di vista emotivo? Come sono fatte le emozioni risponde a queste e a molte altre domande, rivelando le ultime ricerche e applicazioni pratiche della nuova scienza delle emozioni, della mente e del cervello.
Con l’Atlante delle emozioni umane, Tiffany Watt Smith ci ha aperto un mondo, anzi due. Il mondo geografico, raccontando i modi in cui le varie culture percepiscono, esprimono e definiscono le sensazioni e i sentimenti che ci rendono umani. Ma soprattutto ha dischiuso davanti ai nostri occhi il nostro stesso mondo interiore. Da quel libro così amato nasce adesso il Quaderno delle emozioni umane
Perché persone assunte sulla base dei classici test d’intelligenza si possono rivelare inadatte al loro lavoro? Perché un quoziente intellettivo altissimo non mette al riparo da grandi fallimenti, come la crisi di un matrimonio? Perché alcuni di noi costruiscono facilmente relazioni sociali mentre altri ne sono incapaci?
Ti sei mai chiesto se sei in grado di risolvere i problemi e gli imprevisti che la vita ti presenta? Se sei capace di prendere decisioni efficaci anche sul lungo periodo? Quanto riesci a gestire lo stress e a metterti in relazione con gli altri? O a farti venire un'idea illuminante quando ce n'è bisogno?
Che cosa rende felice una vita? Che cosa ci consente di condurre un'esistenza appagante e significativa? Secondo l'Harvard Study in Adult Development, lo studio sulla vita umana più longevo mai condotto e attualmente diretto da Robert Waldinger e Marc Schulz, la soluzione è finalmente a portata di mano.
Cosa succede nel nostro cervello quando proviamo paura, amore, odio, rabbia, gioia? Gli animali provano emozioni? Le esperienze traumatiche nella prima infanzia possono influenzare il comportamento adulto, anche se non ne rimane traccia nella memoria? "Il cervello emotivo" risponde a tutte queste domande e ci spiega anche che le emozioni esistono come parte di un complesso sistema neurale che si è evoluto per permetterci di sopravvivere.
La mente e il cuore. Platone invita a privilegiare la mente razionale, capace di governare le passioni del cuore. Ma noi non possiamo dimenticare che anche il cuore ha le sue ragioni. Anzi, prima che la mente giungesse a guidare la vita dell'uomo, per i nostri antenati la vita era governata dal cuore, che con le sue sensazioni arrivava a capire, come peraltro fanno gli animali, in modo rapido e senza riflettere, che cosa fosse vantaggioso e che cosa fosse pericoloso per il mantenimento della vita.
Sulla scorta delle scoperte di una nuova disciplina - le neuro-scienze sociali -, l'autore dimostra come le relazioni interpersonali plasmino la mente e influiscano sul corpo. Il cervello è, per sua natura, socievole e le emozioni sono contagiose come un virus. Proprio per questo è importante allenare la propria intelligenza sociale, così da vivere con pienezza le relazioni d'amore, educare i figli alla felicità e costruire attivamente il dialogo con l'altro.
Risale a Cartesio la separazione fra emozione e intelletto, ma le indagini sul cervello attualmente in corso muovono in tutt'altra direzione. Damasio è stato forse il primo a porre sotto esame le infauste conseguenze della separazione di Cartesio e oggi è possibile circoscrivere quell'errore sulla base anche di casi clinici e della valutazione di fatti neurologici sperimentali. Tutte le linee sembrano convergere verso uno stesso risultato: l'essenzialità del valore cognitivo del sentimento. Damasio usa la parola "sentimento" per denotare qualcosa di concettualmente nuovo e introduce una distinzione importante fra il sentire di base e il sentire delle emozioni
Siamo tutti in grado di riconoscere la differenza tra rabbia e paura, tra desiderio e invidia. Sappiamo distinguere l’affetto dall’amore, il rimpianto dal rimorso, l’euforia dalla felicità. Ma lo spettro delle emozioni umane è ancora più sfumato di così: esistono sensazioni che tutti noi abbiamo provato, stati d’animo molto precisi e inconfondibili, e a cui però spesso non abbiamo saputo dare un nome.
Da sempre le dinamiche emotive sono state al centro dell'attenzione di artisti, filosofi e uomini di fede. Gli scienziati, dal canto loro, hanno troppo spesso coltivato l'illusione di un sapere puramente razionale e oggettivo, non contaminato da passioni e sentimenti, sulla base del mito che considera i processi cognitivi come «superiori» al mondo delle emozioni. Da una prospettiva costruttivista e strategica, l'autore intende sfatare questa visione
Il libro di Ekman e Friesen, pur risultando semplice ed agile, costituisce uno strumento molto utile per quanti sono interessati ad una comprensione scientificamente fondata dell'espressione facciale delle emozioni, siano essi addetti ai lavori o semplicemente lettori che nutrono una comprensibile curiosità per il suggestivo mondo dell'espressività emotiva.
Vi siete mai chiesti perché alle zebre, oppure ai babbuini, alle iene o ai roditori, non viene l’ulcera (ma nemmeno la depressione, la colite, l’infarto, il diabete e altre malattie croniche) mentre agli esseri umani sì? In un coinvolgente lavoro interamente dedicato allo stress e alle sue conseguenze sulla nostra salute, il neuroscienziato Robert M. Sapolsky risponde a questa domanda tutt’altro che oziosa
Come vincere lo stress in 10 mosse: impara ad affrontare ogni situazione difficile, elimina il cinquanta per cento delle preoccupazioni, impara le undici parole che possono trasformare la tua vita, smetti di angosciarti per i problemi economici, trova te stesso e sii te stesso, ignora le critiche altrui, allunga di un'ora la giornata ed evita l'insonnia, guarisci dalla depressione in due settimane, asseconda l'inevitabile, non tormentarti per l'ingratitudine.
Lo stress sembra ormai la condizione abituale di vita: toglie le energie, mina la salute, e rende più vulnerabili agli attacchi di panico, alla depressione, alle malattie. Questo è un libro sulla meditazione terapeutica per combattere lo stress e per raggiungere un più alto livello di benessere e di salute.
“Lo stress fa male al cuore, lo stress è causa di insonnia, lo stress è... tossico”. E se tutto questo fosse sbagliato? Se cambiare la nostra opinione sullo stress ci rendesse più felici, più sani e più capaci di raggiungere i nostri obiettivi? In questo libro Kelly McGonigal offre una prospettiva completamente nuova: ci rivela il lato positivo dello stress e ci mostra esattamente come sfruttarne i vantaggi.
La maggior parte delle scelte che compiamo ogni giorno non sono frutto di riflessioni consapevoli bensì di abitudini. E benché, singolarmente, non abbiano grande significato, nel loro complesso le abitudini influenzano enormemente la nostra salute, il nostro lavoro, la nostra situazione economica e la nostra felicità.
Che ti piaccia o no, oggi sei il risultato delle abitudini che hai adottato negli ultimi cinque anni e tra cinque anni sarai il risultato di quelle che decidi di fare tue da oggi. Fumi venti sigarette al giorno o fai sport? Mangi al fast-food o a casa cucinando sano? Ascolti i sentimenti spiacevoli o li eviti? Dedichi le ultime ore della tua giornata ai social o alla lettura? Le abitudini sono quella forza invisibile che lentamente e senza tregua determina la tua persona, dà forma alla tua identità e all'immagine che gli altri hanno di te.
Mental coach, formatori, guru motivazionali: tanti dicono che nella vita è fondamentale porsi obiettivi ambiziosi, decidere dove si vuole arrivare e fare di tutto per arrivarci. Ma è davvero questa la chiave del successo? Perché allora è così difficile fare quello che continuamente diciamo di voler fare? Per quale motivo non riusciamo a dimagrire, ricominciamo a fumare, perdiamo ore incollati a uno smartphone? Perché non costruiamo davvero relazioni più salutari, carriere più soddisfacenti?
Ti senti intrappolato in una vita che scorre senza scopo, in cui ogni giorno sembra uguale al precedente? Vivi con il “pilota automatico”, senza una chiara direzione, sopraffatto dalla mancanza di motivazione e dal peso delle aspettative? L’insoddisfazione, la mancanza di obiettivi chiari e l’incapacità di riconoscere e di apprezzare i tuoi successi possono farti sentire perso, vuoto, come se la tua vita non avesse un vero significato.
Attraverso la lettura è possibile apprendere alcuni concetti base da applicare nella vita quotidiana per migliorare, non solo la propria posizione lavorativa, ma l’intero approccio verso la vita.
È possibile pensare che i rapporti interattivi tra individui siano determinati essenzialmente dai tipi di comunicazione che essi adoperano fra loro? Due tesi sono centrali in questo libro: 1) il comportamento patologico (nevrosi, psicosi, e in genere le psicopatologie) non esiste nell’individuo isolato ma è soltanto un tipo di interazione patologica tra individui; 2) è possibile, studiando la comunicazione, individuare delle ‘patologie’ della comunicazione e dimostrare che sono esse a produrre le interazioni patologiche.
È giunta l'ora di farla finita con la favola millenaria secondo cui felicità, beatitudine e serenità sono mete desiderabili della vita. Troppo a lungo ci è stato fatto credere, e noi ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicità conduca infine alla felicità. Basta con i dissennati consigli di guru e sessuologi, con i decaloghi fumosi di tecnocrati e maestri di vita, con le prediche sulla pace interiore e le paralizzanti esortazioni alla spontaneità.
Chi non ha sperimentato il bisogno di certezze e il desiderio di arrivare al fondo delle cose, di comprendere davvero, rinvenendo quelle che Paul Watzlawick definisce "ipersoluzioni"? La ricerca di soluzioni radicali e definitive, seppure nasce con le migliori intenzioni, è alla fine un modo di affrontare i problemi che ha inevitabilmente effetti controproducenti. Non per nulla la saggezza popolare dice che "le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni".
L'assertività è quello stile relazionale e comunicativo che permette una chiara e diretta espressione di sé, dei propri bisogni, dei propri pensieri e dei propri sentimenti al fine di perseguire gli obiettivi ricercati. Una espressione, però, rispettosa tanto di sé che dell'altro e dei suoi bisogni/valori, e adeguata e coerente al contesto in cui ci si trova.
Puoi usare il linguaggio più ricercato del mondo, ma se la persona con la quale stai interagendo non risponde come vorresti… beh, forse è arrivato il momento di approfondire la comunicazione assertiva.
Ti senti mai frainteso, sottovalutato o travolto dai conflitti nelle tue relazioni personali e professionali? Hai mai desiderato poter comunicare le tue esigenze e i tuoi sentimenti in modo più efficace, senza sembrare aggressivo o sottomesso? Se la tua risposta è sì, allora "Comunicazione Assertiva" è il libro che stavi cercando.
Strategie e training assertivi hanno già superato i cinquant’anni: il costrutto di assertività è infatti fortemente legato agli anni Settanta e al contesto statunitense in cui nacque. L’assertività è saper comunicare in ogni contesto nel modo più adeguato, essere in grado di affrontare argomenti delicati con persone difficili senza comportarsi in maniera né passiva né aggressiva.
Dopo aver pattugliato per anni le strade più pericolose di Kansas City, Chris Voss è diventato negoziatore capo dell’FBI. Grazie alla lunga esperienza maturata in situazioni intricate e pericolose, faccia a faccia con ogni genere di criminali – tra cui rapinatori di banche e terroristi –, è oggi considerato un’autorità indiscussa in tema di negoziazione di ostaggi.
Tutti i giorni ci capita di negoziare, anche quando non ce ne rendiamo conto. Si negozia con la propria moglie o il proprio marito su dove andare a cena e con il figlio sull’ora in cui deve rientrare dalla discoteca. Il negoziato è il mezzo fondamentale per ottenere dagli altri quello che vogliamo.
Non c'è ambito della nostra vita che non richieda confronti, dibattiti, trattative. Uno dei valori fondamentali degli esseri umani è la capacità di venirsi incontro: la nostra intera società, infatti, si basa sulla possibilità di discutere e di accordarsi. Sulla possibilità di negoziare, appunto. La negoziazione è quindi uno strumento essenziale per vivere insieme in armonia, lavorare proficuamente per un obiettivo comune, amare, prosperare.
E' stato stimato che ben il 68% delle trattative si conclude con un accordo peggiore di quello che si sarebbe potuto raggiungere. Ciò è in gran parte determinato da errori che minano la condotta dei negoziatori. Questo volume illustra i meccanismi e le trappole dei processi negoziali, con l'obiettivo di rendere il lettore consapevole delle modalità per massimizzare il rendimento personale e comune degli accodi negoziali.
Nella nuova edizione di questo bestseller, Robert Cialdini, esperto nell’ambito dell’influenza e della persuasione, propone una revisione aggiornata e ampliata di quello che è ormai diventato un classico della psicologia sociale della persuasione. Con il consueto stile brillante e ricco di aneddoti, Cialdini spiega la psicologia del perché le persone dicono di sì e descrive come applicare queste intuizioni, in modo etico, in contesti lavorativi e quotidiani.
Entriamo in un'agenzia di viaggi per prenotare una vacanza poco costosa al mare e usciamo avendone prenotata una dispendiosa in Giamaica, per un «colpo basso» del venditore. I simpatici vicini ci offrono una torta in regalo e qualche tempo dopo ci ritroviamo ad accudire il loro cane. Molti sono i modi e le tecniche per persuadere, perché tutti abbiamo qualcosa da offrire e da ottenere. A fini nobili e meno nobili.
Ogni giorno, tutti noi cerchiamo di influenzare chi ci circonda. Tuttavia, molto di ciò che mettiamo in atto per condizionare gli altri è privo di efficacia, se non controproducente, perché non è compatibile con il modo in cui funziona la nostra mente. Tali Sharot, basandosi sui risultati delle ultime ricerche in neuroscienze, economia comportamentale e psicologia, scava sotto la superficie dei principi che comunemente guidano la nostra attività di influenzamento, ne dimostra l'infondatezza e ci dà una nuova e sorprendente comprensione del comportamento umano.
Cambiare idea è un gesto potente, che non dobbiamo avere paura di compiere perché può condurci a contemplare paesaggi e orizzonti impensati. La persuasione è quello strumento che rende possibile il cambiamento: ci apre gli occhi su una prospettiva che ci sorprende, ci aiuta a girare la testa in una nuova direzione senza forzarci, ma con dolcezza, con naturalezza.
Il tema dell'empatia chiama a un confronto con l'esperienza vissuta, a un approfondimento delle emozioni, delle reazioni corporee, degli atti mentali che intervengono nei rapporti con gli altri. Chiama soprattutto a un passaggio dalla filosofia a una delle realtà più importanti per la vita di ognuno: la scoperta dell'esistenza dell'altro. Restituire all'empatia la sua specificità di atto che sta alla base delle svariate forme dell'entrare in relazione è un modo per rendere più concreto il vivere insieme agli altri e per rispondere a un bisogno confuso, ma non per questo meno urgente, di quest'epoca.
Il problema dell’empatia, un’opera di alto valore scientifico, viene qui presentata per la prima volta in lingua italiana. Posto ai confini tra filosofia e psicologia, questo studio mostra come si possa esperire la coscienza altrui, per giungere alla comprensione delle persone con cui entriamo in rapporto.
Siamo inondati di messaggi, ma non siamo capaci di ascoltare e di comunicare davvero, anche se sappiamo bene che una comunicazione “vera” contraddistingue le persone speciali, in ogni contesto di vita. Volete essere anche voi “speciali” e fare la differenza, umanamente e professionalmente? Con questo libro, attraverso riflessioni, esempi, casi pratici e concetti d’avanguardia, imparerete ad ascoltare in modo attivo e a coltivare l’empatia.
L’empatia è l’esperienza che mette di fronte all'esistenza dell’altro come altro, alla sua unicità e differenza. Non è un sentimento di simpatia o di compassione. Non produce somiglianze o sintonie, ma movimenti imprevisti e diversificati verso i nuovi pensieri e desideri generati dall'incontro fra due esseri umani.
Il tema del narcisismo suscita interesse da sempre. Da un lato clinici e teorici del secolo scorso ne avevano fatto un emblema di complesse articolazioni psicologiche ed evolutive, dall'altro la critica sociale lo aveva usato per denominare un clima culturale collettivo. Negli ultimi decenni il concetto è stato riaffrontato secondo linee diverse, anche alla luce del dibattito innescato dal DSM-5 sulla reale esistenza di un disturbo narcisistico specifico.
Il narcisismo è da alcuni anni uno dei temi privilegiati delle discipline psicologiche. Inoltre, il "narcisismo" è diventato una delle parole chiave in vari tentativi - si pensi anzitutto ai lavori di Christopher Lasch - di comprendere non solo la psicologia individuale, ma anche la cultura delle società in cui viviamo. Con questa ricerca Alexander Lowen, lo psicoanalista che ha proseguito con più precisione e autorevolezza il cammino aperto da Wilhelm Reich, dà un contributo originale e illuminante alla comprensione di quello che sta diventando, a giudizio di molti, il male più diffuso e allarmante dell'uomo contemporaneo.
Un suggestivo viaggio dentro e attraverso l'amore e la psiche quando una relazione degenera nelle spirali del narcisismo insano e deraglia in una dipendenza affettiva. Si parte dal mito narrato nelle Metamorfosi di Ovidio per fotografare le tante Eco e i tanti Narciso del nostro presente e per imparare a riconoscere il disturbo del narcisismo. Ma anche e soprattutto per individuare i sintomi della Sindrome di Eco, o ecoismo.
«Di troppo amore è tutto questo. Una carta geografica per chi vuole comprendere. Una torcia nel buio per chi soffre. Una panchina al sole per chi è guarito e guarda a quello che è stato con l'espressione risolta della benevolenza» (dalla Prefazione di Selvaggia Lucarelli).
"Libera" è una guida che ci aiuta a riconoscere che cosa approfondire, in quale modo e con quali tempi. Ci fornisce uno schema molto preciso per organizzare le informazioni cliniche, concettualizzare il caso ed elaborare un piano di trattamento personalizzato per ogni donna in base alle sue esperienze passate e presenti, che soddisfi i suoi obiettivi e i suoi bisogni
attuali.
Tutti i giorni ci capita di negoziare, anche quando non ce ne rendiamo conto. Si negozia con la propria moglie o il proprio marito su dove andare a cena e con il figlio sull’ora in cui deve rientrare dalla discoteca. Il negoziato è il mezzo fondamentale per ottenere dagli altri quello che vogliamo.
Perché amare diviene "amare troppo", e quando questo accade? Perché le donne a volte pur riconoscendo il loro partner come inadeguato o non disponibile non riescono a liberarsene? Mentre sperano o desiderano che lui cambi, di fatto si coinvolgono sempre più profondamente in un meccanismo di assuefazione.
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I narcisisti perversi e le unioni impossibili esplora i meccanismi e le dinamiche psicologiche della dipendenza affettiva attraverso l’analisi del mito di Narciso e del disturbo narcisistico di personalità. Ricco di esempi clinici e di testimonianze, il libro individua le fasi della dipendenza affettiva e prospetta strategie terapeutiche mirate a interrompere i circoli viziosi della relazione col narcisista per mettersi in salvo.
Il narcisismo abita i nostri amori e tutte le relazioni. Può essere fragile o contundente. Finché cerchiamo di rinchiuderlo in una definizione, non lo capiremo. Occorre una bussola psichica per navigare nei mari insidiosi della stima di sé, tra isole che si chiamano Insicurezza, Egocentrismo, Rabbia, Invidia, Vergogna. Narciso era un giovane di grande bellezza, nella quale annegò dando vita a un fiore. Ovidio lo raccolse e ne fece un mito, Freud una realtà psichica: il narcisismo.
Integrando la ricerca contemporanea sulla psicopatologia con la teoria psicoanalitica, "Il disagio del narcisismo" presenta alcune strategie cliniche per affrontare situazioni complicate che possono emergere nella cura di pazienti con disturbo narcisistico di personalità. La definizione stessa del narcisismo può essere difficile, per via della natura polimorfa del disturbo. Il volume accetta la sfida e offre una serie di approcci psicoanalitici e psicoterapeutici per adattare la terapia al paziente anziché costringere il clinico e il paziente a aderire rigidamente a un trattamento manualizzato.
Il più recente scritto di Kernberg è una summa essenziale del suo pensiero e una lucida panoramica su alcuni drammatici temi cardine della società odierna, temi che egli ha attraversato e analizzato a fondo, nella teoria e nella clinica, nell’arco della sua lunga ricerca psicoanalitica. Il materiale è tratto dal corso clinico “Odio, rabbia, violenza e narcisismo”, da lui tenuto nell’ambito delle Lindauer Psychotherapiewochen del 2010. Centrale è sempre il tema del narcisismo, cui Kernberg ha dedicato nel corso della sua esperienza una fitta serie di pubblicazioni. Lo psicoanalista porta avanti così il progetto di elaborare una concezione generale per una problematica ampia e ramificata
Fin dalla sua prima apparizione nel 1992, La fine della storia e l’ultimo uomo ha infiammato il dibattito pubblico. Prendendo spunto da questo libro diventato immediatamente incandescente (o, forse, solo dal suo titolo provocatorio), si interpretava l’attualità: la caduta del muro di Berlino aveva davvero posto fine allo scontro ideologico decretando la definitiva vittoria delle democrazie liberali?
Come considerare il mondo nuovo che ci travolge? Su quali concetti essenziali dobbiamo fondare la comprensione del futuro? Su quali basi teoriche possiamo appoggiarci per vincere le sfide che si accumulano? Edgar Morin che ha consacrato gran parte della sua opera ai problemi di una "riforma del pensiero" e di una conoscenza adeguata, propone qui sette saperi "fondamentali" che l'educazione dovrebbe trattare in ogni società e in ogni cultura.
Chi non ha il coraggio di aprirsi alla crisi, rinunciando alle idee-mito che finora hanno diretto la sua vita, si espone a quella inquietudine propria di chi più non capisce, più non si orienta.”Giovinezza e intelligenza, felicità e amore materno. E poi moda e tecnica, sicurezza e potere, e ancora mercato, crescita economica, nuove tecnologie... Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società.
Rivisitando alcune categorie classiche del pensiero novecentesco, il lavoro di Byung-Chul Han si focalizza con particolare attenzione sul disagio dell’individuo tardo-moderno nella società odierna, caratterizzata dalla prestazione, dalla competizione e, soprattutto, dall’appiattimento delle contraddizioni e dal venir meno della negatività. Le analisi sviluppate nei saggi qui raccolti mettono in luce, nello specifico, come l’ossessione dell’iperattività e la tendenza sempre piú forte al multitasking arrivino a produrre disturbi di natura depressiva e nevrotica. Tali espressioni di malessere e di “stanchezza” vengono interpretate come ovvia conseguenza dell’incapacità del soggetto di sostenere i ritmi dell’iperproduzione
Chi sei oggi rispecchia ciò che vorresti essere? Se senti che qualcosa ti trattiene dal raggiungere il tuo vero potenziale, sappi che non è solo un’impressione. Ogni giorno “forze interne” che risiedono nella tua memoria e “pressioni esterne” che arrivano dalla famiglia e dalla società in cui vivi, pongono limiti e indirizzano il tuo cammino verso un destino già scritto. Mentre diventiamo adulti, infatti, un gran numero di variabili ha già scelto tanto per noi, mettendoci su dei binari.
Soffermati un istante a osservare la tua vita psichica: è complessa, tumultuosa, spesso prepotente. Unica, forgiata dalla tua storia personale. Talvolta te ne senti sopraffatto. Hai mai pensato, però, di imparare a interpretarla e a coglierne le dinamiche? Non è facile, ma questa consapevolezza è il primo passo per comprendere le tue emozioni e scoprire il tuo valore.
Perché abbiamo paura di essere felici? Troppo spesso il presente ci sta stretto e aneliamo a modificarlo, ma ci sentiamo bloccati. Perché quello che diciamo di volere in realtà poi non lo facciamo? La verità è che il cambiamento spaventa perché ci mette di fronte alla paura di perdere qualcosa. È un paradosso: in superficie desideriamo la beatitudine, nel profondo qualcosa ci dice che è più «sicuro» restare un po' infelici, moderati, dimessi. Eppure uscire dal loop è possibile.
"Questo libro raccoglie sessanta delle moltissime lettere che i lettori di 'D la Repubblica delle Donne' settimanalmente mi inviano, ponendo delle domande che poi vengono discusse in quella maniera un po' anomala, che non è quella di rispondere alla domanda, ma di radicalizzarla, andando il più possibile in fondo, dove si annida il radicamento.
Può capitare di sentirsi terrorizzati in mezzo alla gente, in spazi chiusi o aperti: si tratta di agorafobia e claustrofobia. Succede di non riuscire a prendere un volo o salire sulle scale mobili, o di non poter vedere un gatto senza rabbrividire. Sono fobie che possono dar luogo al disturbo da attacchi di panico: il battito cardiaco accelera, il respiro si fa affannoso, si ha la sensazione di perdere il controllo, si cerca rifugio nell'evitamento dei supposti rischi. La paura è però un'emozione fondamentale e ragionevole, dal momento che innesca i meccanismi di attacco o di fuga quando ci troviamo in pericolo.
Le persone che soffrono di ansia e attacchi di panico vivono esperienze che sono molto difficili da tollerare e che danneggiano la propria pace interiore.
Ne vengono colpiti per tutta la vita e non riescono a vivere normalmente. E ciò, in molti casi, influisce negativamente anche sul lavoro e sulle relazioni personali.
Molti pensano che stanno impazzendo, che hanno perso il controllo di sé stessi, della propria mente e sono vittime di pensieri negativi ricorrenti.
L’ansia può provocare, oltre a un forte disagio psicologico, tanti malesseri fisici: vertigini, sensazione di svenimento; mal di pancia; nausea e vomito; tachicardia e palpitazioni; sensazione di soffocamento e mancanza d’aria; vampate di calore e sudorazione eccessiva; derealizzazione e depersonalizzazione; pensieri ruminanti. Qualche volta addirittura il disturbo d’ansia si esprime unicamente sul piano somatico e la persona colpita, che immagina che vi siano delle cause organiche, si dirige verso una lunga trafila di visite ed esami medici che alla fine non evidenziano assolutamente nulla.
Vi sembra di vivere respirando ansia? Prendere decisioni vi tiene svegli la notte? Vi arrovellate continuamente e vi sentite responsabili per tutto? Controllate cento volte se avete chiuso la porta? Persino il relax pare che vi stressi? Non siete soli: sono condizioni che condividono più della metà dei nostri connazionali, tutti ostaggio della mente scimmia. Si tratta di un concetto millenario che indica quella piccola parte del nostro cervello che reagisce istintivamente in caso di pericolo o minaccia. La mente scimmia non ragiona, non media, non valuta: il suo scopo è salvarci la vita.
Perché gli adolescenti sono tristi? Da che cosa deriva il loro senso perenne di inadeguatezza nei confronti del mondo che li circonda? Come si articolano, e come si confrontano, esperienze psicopatologiche ed esperienze creative? Quali sono gli orizzonti problematici della psichiatria oggi? Sono inconciliabili tra loro, o sono possibili reciproche influenze? Sappiamo riconoscere il valore umano della malattia? Queste e altre domande articolano una riflessione sulle passioni fragili che appartengono alla nostra vita e alla nostra crescita.
Cosa significa sentirsi veramente vivi? A 24 anni, il mondo di Matt Haig si sgretola. Non riesce a trovare alcuna ragione per vivere. Questa è la storia vera di come è riuscito a superare le sue crisi, venire a patti con la depressione, la malattia che lo ha quasi annientato, imparando a vivere di nuovo. Un’esplorazione toccante, divertente e gioiosa di quello che si può fare per vivere meglio, amare meglio e tornare a sentirsi pienamente vivi. Ragioni per continuare a vivere è molto più di un memoir: è un libro per godere a pieno il tempo che ci è dato sulla terra.
L'uomo che trema racconta. Guarda la sua malattia come se fosse un corpo estraneo, lo viviseziona, cerca di capire qualcosa d'importante, e di farcelo capire. È in gioco il senso di tutto, per lui, che sa che più si è depressi «più le cose si fissano nell'attesa di farsi ghiaccio», come scriveva Cioran. E, in un certo senso, la sua cronaca è di ghiaccio. Proprio per questo emoziona nel profondo. Le reazioni del corpo e della psiche alle aggressioni chimiche dei farmaci, la paura, i vari incontri con gli psichiatri, il rapporto con la compagna e con il figlio costretti a convivere con i tumulti della malattia.
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Cos'è la morte - la morte di tutti e di ciascuno, la morte di sempre e quella marcata dai segni inquietanti del nostro tempo? Come penetrare in un evento tanto decisivo da incidere in profondo la nostra esistenza eppure tanto opaco da mettere in scacco ogni sapere volto a rappresentarlo? Sono queste le domande, brucianti ed estreme, che alla fine degli anni Cinquanta, a pochi anni dalla più grande apocalisse dell'epoca moderna, si poneva Vladimir Jankélévitch in un libro che giustamente Lévinas ebbe a definire "sconvolgente".
La morte è per molti ancora argomento tabù. Eppure è un evento umano che fa parte della vita e ci riguarda tutti da vicino. Allora perché non siamo capaci di affrontarlo senza paure e senza difese? Che tipo di comunicazione ci arriva da interviste a malati all’ultimo stadio della vita? Quali sono i bisogni e i diritti di chi muore? Il modo di affrontare la morte è legato a come si sono risolti i problemi della vita? (...) Non solo medici, infermieri, operatori sociali possono trovare in queste esperienze un prezioso materiale per il loro lavoro, ma chiunque voglia avvicinarsi alla morte per scoprirvi la vita.
L'incontro con la perdita, l'esperienza dell'assenza, l'evidenza della mancanza dell'Altro portano inevitabilmente con sé lo smarrimento del senso del mondo: per chi resta, nulla è più come prima. In queste pagine, Massimo Recalcati intreccia la propria esperienza clinica di psicoanalista alla sapiente rilettura dell'articolo Lutto e malinconia di Sigmund Freud, guidando il lettore attraverso le possibili risposte alla domanda fondamentale: come si può essere in rapporto con l'Altro, se l'Altro ha assunto la forma dell'assenza?
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È la risorsa più completa e diretta per chi desidera approfondire il modello clinico in quattro ambiti (corpo-mente, sviluppo, patogenesi, azione terapeutica) che integra la ricerca contemporanea sull'argomento.
Schore è il pioniere che ha connesso in modo indissolubile la neurobiologia, la teoria dell'attaccamento e lo sviluppo del sé. Questo libro è fondamentale per comprendere le basi neuroscientifiche di come le prime relazioni modellano il cervello destro e la nostra capacità di regolare le emozioni per tutta la vita.
Un classico insuperabile. Stern descrive lo sviluppo del senso del sé del bambino attraverso l'interazione con il caregiver. È essenziale per capire il concetto di "sintonizzazione affettiva", ovvero come il bambino si senta "sentito" e compreso, gettando le basi per una regolazione emotiva sana.
Per comprendere a fondo la patogenesi legata all'attaccamento insicuro, è indispensabile tornare al lavoro del fondatore della teoria. Questo volume spiega perché e come il legame di attaccamento sia un bisogno primario e biologicamente fondato.
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