Vi è mai capitato di sentirvi come una nave senza timone, in balia delle onde della quotidianità? Di svolgere le vostre giornate con efficienza, ma con la sensazione che manchi una scintilla, una direzione profonda? Nel nostro studio interiore, queste domande non sono rare. Anzi, sono spesso il punto di partenza per un viaggio di riscoperta. Esiste un termine giapponese, tanto affascinante quanto potente, che può illuminare questo percorso: Ikigai (生き甲斐). Spesso tradotto come "la ragione per cui ci si alza al mattino" o "il senso della propria vita", l'Ikigai è molto più di un obiettivo da raggiungere. È un punto di convergenza, un equilibrio dinamico tra quattro elementi fondamentali della nostra esistenza: Ciò che ami (la tua passione) Ciò in cui sei bravo (la tua vocazione) Ciò di cui il mondo ha bisogno (la tua missione) Ciò per cui puoi essere pagato (la tua professione) Trovare il proprio Ikigai non significa necessariamente rivoluzionare la propria vita, ma piuttosto prendere consapevolezza di questo incrocio. Dal punto di vista psicologico, la sua funzione è immensa: agisce come un principio organizzatore dell'identità. Avere un Ikigai nutre l'autostima, fornisce una motivazione intrinseca che resiste alle difficoltà e, come dimostrano gli studi sulla longevità degli abitanti di Okinawa (da cui il concetto è stato diffuso), contribuisce a un profondo benessere psicofisico. In psicoterapia, lavoriamo spesso con le metafore, perché esse riescono a descrivere territori dell'anima che le parole faticano a raggiungere. L'Ikigai si presta magnificamente a questo lavoro. Possiamo immaginarlo come: Una Bussola: L'Ikigai non è la destinazione finale, ma la bussola che portiamo sempre con noi. Nei momenti di nebbia, di incertezza o di fronte a un bivio importante, consultarla ci aiuta a orientare le nostre scelte, grandi e piccole. Non ci dice quale sentiero prendere, ma ci indica sempre il nostro Nord personale, la direzione che ci fa sentire più allineati con noi stessi. Un'Ancora: Durante le inevitabili tempeste emotive della vita – un lutto, una separazione, una crisi lavorativa – l'Ikigai funge da ancora di salvezza. È ciò che ci tiene saldi, che ci dà stabilità e ci impedisce di essere completamente travolti dalla disperazione o dall'ansia. È il ricordo di "chi siamo" e "perché andiamo avanti" quando tutto sembra perduto. Un Faro: Per chi si sente smarrito nel buio, l'Ikigai può essere un faro all'orizzonte. Magari è ancora lontano e la sua luce è debole, ma la sua sola esistenza dà speranza e una direzione verso cui navigare. Seguire quella luce significa compiere piccoli passi quotidiani che, uno dopo l'altro, ci portano fuori dal buio e verso un luogo di maggiore chiarezza e significato. Scoprire e coltivare il proprio Ikigai è un percorso, non una gara. È un dialogo intimo con se stessi, un processo di esplorazione che a volte richiede il supporto di uno spazio sicuro e non giudicante, come quello terapeutico. Cos'è l'Ikigai e a Cosa Serve?
Le Metafore dell'Anima: la Bussola, l'Ancora, il Faro