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Il Motore Nascosto della Psicoterapia: La Teoria della Regolazione Affettiva

2025-07-15 12:30

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Il Motore Nascosto della Psicoterapia: La Teoria della Regolazione Affettiva

La psicoterapia, alla sua radice, è il processo attraverso il quale riacquistiamo o costruiamo per la prima volta questa competenza essenziale.


Quando pensiamo alla psicoterapia, spesso immaginiamo conversazioni profonde, insight improvvisi o l'analisi del passato. Sebbene questi elementi siano cruciali, esiste un motore più profondo e fondamentale che alimenta il cambiamento terapeutico: la regolazione affettiva.

Ma cosa significa esattamente "regolare gli affetti" e perché teorici eminenti la considerano la radice di tutte le psicoterapie efficaci?


In questo articolo, esploreremo come la capacità di gestire i nostri stati emotivi sia la chiave del benessere psicologico e come la terapia lavori per riparare questa funzione vitale, basandoci sulle intuizioni di giganti come Allan Schore, Daniel Stern e Daniel Hill.



Cos'è la Regolazione Affettiva e Perché è Fondamentale?


In parole semplici, la regolazione affettiva è la nostra capacità di gestire l'intensità e la durata delle nostre emozioni. Non significa sopprimere ciò che sentiamo, ma piuttosto essere in grado di sperimentare una vasta gamma di affetti (gioia, rabbia, paura, tristezza) senza esserne sopraffatti e riuscire a tornare a uno stato di equilibrio.


Eminenti teorici come Allan Schore e Daniel Stern hanno illustrato chiaramente che un affetto ben regolato non è solo desiderabile, ma è l'elemento chiave per il nostro funzionamento ottimale. È il fondamento su cui si costruiscono la resilienza, le relazioni sane e la salute mentale.


Tuttavia, la ricerca in questo campo è vasta e complessa. È qui che entra in gioco il lavoro di Daniel Hill, che ha decodificato questo voluminoso corpus di ricerca, offrendo un modello coerente e fruibile per comprendere come la terapia basata sulla regolazione affettiva funzioni realmente.



Il Modello di Hill: Quattro Pilastri della Terapia


Hill organizza la sua teoria della regolazione affettiva intorno a quattro ambiti fondamentali che costituiscono un modello clinico completo.



1. Una Teoria del Corpo-Mente


La regolazione affettiva non è solo un processo mentale; è un'esperienza psicobiologica. Le emozioni nascono nel corpo e sono gestite (o meno) dal cervello. Un modello efficace deve riconoscere questa connessione intrinseca corpo-mente. Quando ci sentiamo ansiosi, il nostro cuore batte più forte; quando siamo depressi, il nostro corpo si sente pesante. La terapia deve lavorare su entrambi i livelli per essere efficace.



2. Lo Sviluppo Ottimale: L'Attaccamento Sicuro


Non nasciamo sapendo come regolare le nostre emozioni. Impariamo questa competenza vitale attraverso le nostre prime relazioni di attaccamento.


Nello sviluppo ottimale, un caregiver sintonizzato aiuta il bambino a navigare stati emotivi intensi. Se il bambino è spaventato o angosciato, il genitore fornisce conforto e sicurezza, aiutando il sistema nervoso del bambino a calmarsi. Questo processo insegna al bambino come auto-regolarsi.


Cruciale è il concetto che i pattern di regolazione si trasmettono dai caregiver ai bambini. Un genitore che sa gestire i propri affetti insegnerà, implicitamente, al figlio a fare lo stesso.



3. La Patogenesi: Trauma Relazionale e Attaccamento Insicuro


Cosa succede quando questo processo va storto? Qui si trova la teoria della patogenesi. Hill riconduce la regolazione affettiva disturbata a due cause principali: il trauma relazionale e le relazioni di attaccamento insicuro.


Se un caregiver è incoerente, trascurante, spaventato o abusante, il bambino non impara a calmarsi efficacemente. Il suo sistema nervoso rimane bloccato in stati di iper-attivazione (ansia, panico, rabbia) o ipo-attivazione (dissociazione, depressione, intorpidimento).


Questi pattern disadattivi assumono forme specifiche a livello neurobiologico, psicologico e relazionale. I deficit di regolazione non rimangono astratti; si manifestano concretamente come sintomi psichiatrici (ad esempio, disturbi d'ansia o dell'umore) e disturbi di personalità. In sostanza, molti sintomi che portano le persone in terapia sono, alla radice, problemi di regolazione emotiva.



4. L'Azione Terapeutica: Riparare i Sistemi di Regolazione


L'ultimo pilastro del modello di Hill è forse il più speranzoso: la teoria delle azioni terapeutiche mirate a riparare i sistemi di regolazione affettiva.


Se la disregolazione è nata all'interno di una relazione (attaccamento insicuro), anche la riparazione deve avvenire all'interno di una relazione: quella terapeutica.


Il terapeuta non si limita ad offrire insight cognitivi. Funziona come un "regolatore esterno" sicuro e coerente. Attraverso l'empatia, la sintonizzazione e la creazione di uno spazio sicuro, il terapeuta aiuta il paziente a:


  • Riconoscere e tollerare stati affettivi che in precedenza erano troppo opprimenti.

  • Sviluppare nuove strategie neurobiologiche e psicologiche per gestire le emozioni intense.

  • Riparare i pattern di attaccamento insicuro attraverso un'esperienza relazionale correttiva.


Conclusione: Oltre le Parole


La teoria della regolazione affettiva ci offre una lente potente attraverso cui vedere il processo terapeutico. Non si tratta solo di "parlare dei problemi", ma di rimodellare profondamente la nostra capacità di sentire e gestire ciò che sentiamo.


Comprendere il modello proposto da Hill, basato sulle ricerche di Schore e Stern, ci mostra che al centro di una vita psicologicamente sana non c'è l'assenza di emozioni difficili, ma la capacità di navigarle con efficacia. La psicoterapia, alla sua radice, è il processo attraverso il quale riacquistiamo o costruiamo per la prima volta questa competenza essenziale.




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