Molte volte ci troviamo di fronte a persone che si comportano, con noi e con gli altri, in maniera amichevole, sono altruisti, cortesi e dotati di virtù civiche. Quando più persone all'interno di un gruppo o di una organizzazione si comportano in questo modo allora si nota come il clima organizzativo ne trovi giovamento. Si può dire che tutto scorre in maniera più fluida come se gli "ingranaggi sociali" fossero ben lubrificati. Organ nel 1988 descrive questo comportamento discrezionale non collegato ad un sistema premiante formale e lo chiama Organizational Citizenship Behavior, per noi italofoni, Comportamenti di Cittadinanza Organizzativa. In questo modo con quelle che possono essere anche viste come diminuiscono i conflitti e le frizioni e il benessere globale aumenta. Questo comportamento può essere determinato da una propensione personale ma, come ritengono alcuni autori, può essere una propensione legata alla valutazione di giustizia percepita nel contesto sociale o organizzativo. Quindi se le persone vedono da parte del "capo" un trattamento giusto è molto probabile che agiscano comportamenti più positivi e questo ha un effetto molto forte nelle relazioni. Per contro trattamenti ingiusti o percepiti come tali, da parte del capo creano un messaggio interpretato come offensivo da parte dei lavoratori e che è anche un limite soggettivo oltre il quale tale trattamento diventa ostile. In questi ambiti le persone possono manifestare sia sentimenti di insoddisfazione e demotivazione lavorativa ma anche percepire sentimenti di frustrazione, ansia, disagio psicologico che possono indurre a vere e proprie sofferenze finanche all'abbandono del lavoro. Abbiamo tutti presente quella sensazione. Quella di fare un "passo in più" senza che ci venga richiesto. Può accadere al lavoro, quando aiutiamo un collega in difficoltà con un progetto, ma accade anche nella vita di tutti i giorni: quando portiamo la spesa alla vicina anziana, quando dedichiamo tempo ad ascoltare un amico in crisi, quando ci prendiamo cura di uno spazio comune. Questi gesti, che vanno oltre il semplice "dovere", hanno un nome in psicologia del lavoro: Comportamenti di Cittadinanza Organizzativa (Organizational Citizenship Behaviors o OCB). Ma il loro significato va ben oltre le mura di un ufficio, svelando un bisogno psicologico profondamente umano. I Comportamenti di Cittadinanza sono tutte quelle azioni positive, spontanee e non direttamente ricompensate che una persona mette in atto per il benessere del gruppo a cui appartiene. Sono gesti come l'altruismo, la cortesia, il mantenere un atteggiamento costruttivo anche nelle difficoltà (il cosiddetto "spirito sportivo") e il partecipare attivamente alla vita della propria "comunità". La loro funzione psicologica è fondamentale. Questi comportamenti non nascono da un obbligo, ma dal desiderio di: Costruire Appartenenza: Ogni gesto di cittadinanza è un mattone che costruisce e rafforza il nostro senso di appartenenza a un gruppo, che sia un team di lavoro, una famiglia o una cerchia di amici. Ci fa sentire parte di qualcosa di più grande di noi. Generare Fiducia e Reciprocità: Aiutare gli altri crea un "capitale sociale". Si alimenta un circolo virtuoso di fiducia e supporto reciproco che rende il gruppo più resiliente e coeso di fronte alle sfide. Dare un Senso al Proprio Agire: Contribuire volontariamente al benessere altrui conferisce un significato più profondo alle nostre azioni. L'atto di dare, di essere utili, nutre la nostra autostima e il nostro senso di scopo in un modo che il solo adempimento di un compito non potrebbe mai fare. Il vero valore di questo concetto emerge quando lo portiamo fuori dall'ufficio e lo applichiamo alla nostra vita psicologica. Possiamo parlare di una vera e propria "cittadinanza relazionale". Siamo cittadini delle nostre famiglie, delle nostre coppie, delle nostre amicizie. Per capire meglio, usiamo alcune metafore: Il Collante Invisibile: Se le regole, i ruoli e i doveri sono i mattoni di una relazione, i comportamenti di cittadinanza sono il collante. Non si vede, ma è ciò che tiene insieme la struttura, che riempie gli spazi vuoti, che assorbe gli urti e impedisce ai mattoni di crollare al primo scossone. Senza questo collante, avremmo solo una pila di mattoni, non una casa. L'Olio negli Ingranaggi: Un sistema umano (una famiglia, una coppia) è un meccanismo complesso. Può funzionare anche solo con le sue parti essenziali, ma cigolerà, produrrà attrito e si usurerà in fretta. I piccoli gesti di cortesia, l'aiuto non richiesto, una parola gentile, sono l'olio che permette agli ingranaggi di girare in modo fluido, silenzioso e armonioso, riducendo l'attrito dei conflitti quotidiani. Il Conto Corrente Emotivo: Ogni gesto di cittadinanza è un "deposito" che facciamo nel conto corrente emotivo che condividiamo con un'altra persona o un gruppo. Un ascolto attento, un favore, un incoraggiamento, sono tutti versamenti. Quando arriva una difficoltà o un conflitto (un "prelievo"), una relazione con un saldo emotivo alto ha le risorse per affrontare la spesa senza andare in rosso. Una relazione senza depositi, invece, è emotivamente fragile. Essere un "buon cittadino" nelle nostre relazioni non significa annullarsi per gli altri, ma comprendere che il nostro benessere è legato a doppio filo a quello della nostra comunità. È una scelta consapevole che richiede equilibrio e confini sani. In un percorso terapeutico, possiamo esplorare proprio questo equilibrio: come doniamo e come riceviamo? Perché a volte ci è difficile compiere quel "passo in più"? O perché, al contrario, lo facciamo fino a esaurirci? Imparare a essere cittadini sani delle nostre relazioni è uno dei viaggi più importanti per il nostro benessere psicologico.
soft skills Cosa Sono i Comportamenti di Cittadinanza e a Cosa Servono?
Dalla Cittadinanza Organizzativa alla Cittadinanza Relazionale: Le Metafore